Perché la Pro Loco ha adottato il simbolo del San Giorgio?

Il San Giorgio nella sua lotta contro il Drago diviene il simbolo della lotta tra il bene e il male.
La leggenda narra che dopo aver ucciso il Drago, questo fosse portato fuori dalla città trascinato da quattro paia di buoi. La tradizione Romagnola vuole che sui carri agricoli venisse riportato il simbolo del San Giorgio e pertanto trovi il suo collegamento al fatto che anche la castellata “Castlè” carro agricolo per il trasporto del vino, un tempo, veniva trainato dai buoi . Sulla base di questi elementi stotici, la Pro Loco scelse di adottare i simboli del San Giorgio e della Castellata proprio per portare avanti la tradizione e ricordare le sue radici.
Inizialmente si diceva che Castel Bolognese fosse stata fondata il 23 aprile data in cui viene celebrata la memoria di San Giorgio. San Giorgio era, insieme a San Petronio, uno dei patroni del paese.



PRO LOCO CASTEL BOLOGNESE



7 novembre 2009

Pubblicazioni in nuovo diario

CASTELBOLOGNESE

Su tutti vince il dialetto

La Pignataza 2009 va ad Antonio Gasperini

06/11/2009

Era gremita la sala del “Cinema Moderno” la sera di venerdì 27 ottobre in occasione della premiazione della 15ª edizione della “Pignataza”, il concorso di liriche dialettali organizzato ogni tre anni dalla locale “Pro Loco”. Madrina di eccezione è stata Carla Fabbri dell’ associazione “Istituto Friedrich Schurr”, nata per la conservazione e valorizzazione del dialetto romagnolo, che con brillantezza e tanta semplicità ha presentato i vari momenti costitutivi di questo spettacolo, con protagonista il dialetto romagnolo. Anche le cante che il coro di San Petronio diretto da Paolo Grandi ha presentato nei vari momenti della serata, erano in dialetto e sono valse a sottolineare le caratteristiche di questo linguaggio che contraddistingue la nostra regione. Erano presenti anche il sindaco Daniele Bambi e l’assessore alla Cultura Giovanni Morini i quali, chiamati sul palco dalla presentatrice per un saluto e le premiazioni, hanno dichiarato con convinzione di amare il dialetto, seppur rammaricati dal fatto che i loro genitori li hanno educati a parlare in italiano.

La commissione giudicatrice formata da Giuseppe Bellosi di Fusignano, Mauro Mazzotti di Ravenna e Paolo Grandi di Castel Bolognese, ha assegnato la “Pignataza 2009” alla poesia intitolata “Sla banchèina” di Antonio Gasperini di Montiano (nella foto premiato dal presidente della Pro Loco) che descrive un’“appollaiata” di vecchi sulle banchine dei viali, a ricordare senza fretta i tempi passati. Nella parte conclusiva della motivazione si legge: «Il quadro antico dei vecchi del paese a ritrovo è reso dal poeta con immagini fresche e garbate, che l’utilizzo appropriato del lessico dialettale rende immediate e spontanee, senza mai cadere nel bozzetto di maniera».

Sono stati giudicati degni di particolare menzione e, quindi, premiati con targa in oro e argento due componimenti: “Arivè a là” di Adolfo Margotti di Fusignano e “Fior s-ciazè” di Gian Piero Matulli di San Cassiano di Brisighella.

Tratto dal sito: http://www.nuovodiario.com/castelbol.cfm?wid=6258

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